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ToggleGli errori nella chirurgia oncologica sono possibili e l’impatto sulla salute, sul benessere e sulla qualità di vita del paziente può essere devastante.
Se sei vittima di un errore nella chirurgia oncologica, inizia oggi stesso a far valere i tuoi diritti! Chiama Roberta Scarpellini, avvocato esperto in malasanità Milano e richiedi una prima consulenza gratuita.
Quali sono i tumori più comuni e i rischi della mancata diagnosi
Secondo quanto riportato nel rapporto “I numeri del cancro 2024”, frutto della collaborazione tra AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità), ci sono state circa 390.000 nuove diagnosi di tumore nell’ultimo anno.
Secondo le statistiche, le neoplasie più frequenti interessano mammella, colon-retto, polmone, prostata e vescica.
Indipendentemente dalla regione anatomica coinvolta, la diagnosi precoce diun tumore è cruciale per aumentare la soglia di sopravvivenza del malato mediante l’individuazione di masse molto piccole e non ancora estese agli organi vicini.
Se il tumore non viene diagnosticato, ci troviamo di fronte a un probabile caso di malasanità ed è proprio a causa di quest’errore medico che il paziente rischia d’iniziare tardi le terapie compromettendo le possibilità di guarigione.
In casi come questi, l’ipotesi è di danno morale per le sofferenze che si sarebbero potute evitare, mentre la perdita di chance di guarigione rappresenta un danno anche a livello patrimoniale.
Per quanto riguarda le tempistiche per richiedere un risarcimento danni, si è espressa la Cassazione specificando che si parla di diagnosi mancate quando il periodo di tempo che intercorre tra l’accertamento e la rilevazione della patologia non è inferiore a mesi 4.
Se la diagnosi mancata è, dunque, antecedente di 2-3 mesi, non si può ancora denunciare il caso di malasanità e avanzare relativa richiesta risarcitoria.
Restando in tema di mancata diagnosi, occorre infine ricordare che sussiste un’ipotesi di responsabilità medica anche nei casi in cui l’oncologo ometta di fissare le visite di controllo e gli accertamenti previsti dal programma di follow up. Tutte le recidive dei tumori sono, infatti, potenzialmente letali per il paziente che rischierebbe di doversi sottoporre a trattamenti chirurgici tempestivi o terapie debilitanti.
Ritardo diagnostico in oncologia: rischi e diritti al risarcimento
In oncologia, si può parlare di ritardo diagnostico in diverse situazioni.
- Errata valutazione da parte del medico che esegue lo screening.
- Cattiva interpretazione del referto da parte dello specialista.
- Mancata decisione da parte del medico di sottoporre il paziente a ulteriori accertamenti in caso di elementi dubbi;
- Erronea refertazione di un esame istologico o citologico o di una biopsia.
Se hai scoperto un tumore a seguito di un ritardo diagnostico che ha, a sua volta, procrastinato l’inizio delle terapie rispetto al timing previsto, potresti avere diritto a un risarcimento danni.
In questi casi, devi rivolgerti a un avvocato esperto in malasanità perché è necessario accertare il danno e verificare se, nell’intervallo temporale intercorso tra la mancata diagnosi e la scoperta del tumore, la tua situazione di salute è peggiorata.
In genere, in oncologia, i ritardi pregiudizievoli vanno da 6 a 8 mesi, ma ogni caso è diverso e con alcune neoplasie anche un solo mese può fare la differenza.
Possono giustificare una richiesta di risarcimento per ritardo diagnostico in oncologia:
- l’aggravarsi della neoplasia che evolve verso uno stadio successivo;
- la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico più invasivo o demolitivo;
- il peggioramento della qualità di vita conseguente all’aggravarsi della malattia o alla mancata occasione di affrontare un intervento risolutivo;
- il decesso del paziente.
Quali sono i danni risarcibili per ritardo diagnostico in oncologia?
Considerando tempo “0” il momento in cui si sarebbe potuto diagnosticare il tumore e come “1” quello in cui, a causa dell’errore medico, lo stesso viene invece tardivamente individuato, è compito del medico legale accertare se tale lasso di tempo ha generato un danno risarcibile.
In fase peritale, egli deve dunque stabilire se il ritardo diagnostico ha causato:
- un aggravamento della malattia inteso come avanzamento dello stadio e conseguenti ripercussioni sulle prospettive di sopravvivenza del paziente;
- un accrescimento locale della malattia senza variazione di stadio, ma con la necessità di ricorrere a un intervento chirurgico maggiormente invasivo;
- una variazione dello stadio con peggioramento prognostico e necessità di ricorrere a un trattamento chirurgico più demolitivo;
- nessuna variazione dello stadio con nessuna ripercussione sulla prognosi e sulla modifica della strategia chirurgica, ma incidenza sfavorevole sulla qualità di vita del paziente;
- nessun cambiamento di stadio della malattia con nessuna ripercussione su prognosi, strategia chirurgica e qualità di vita del paziente.
Nei casi di cui dal punto 1 al punto 4, si ravvisano le condizioni necessarie per inoltrare una richiesta di risarcimento errore medico.
Nel caso di cui al punto 5, pur trovandoci di fronte a malpractice medica, non sussistono invece conseguenze dannose risarcibili.
Le cause degli errori medici in oncologia e la gestione del paziente
Gli errori medici in oncologia possono verificarsi per diverse cause. Devono essere considerati lo stress e la fatica che possono minare la lucidità del medico e fattori organizzativi derivanti da lacune del sistema sanitario con ripercussioni sulla comunicazione tra i membri del team medico.
Possono poi subentrare fattori tecnologici che condizionano il funzionamento dei dispositivi biomedicali.
Nel caso di neoplasia, l’errore medico, già di per sé sempre grave, si ripercuote fortemente sulla dimensione fisica, emotiva, familiare, sociale e professionale del paziente perché egli può subire una menomazione fisica e indebolirsi, ma può anche perdere il lavoro e la fiducia nei medici.
Risarcimento danni errori nella chirurgia oncologica
Gli errori nella chirurgia oncologica possono verificarsi in diversi momenti ed essere commessi da chirurghi, anestesisti, infermieri o altri membri dell’équipe chirurgica.
Si può intervenire su una sede anatomica errata, lasciare nel corpo del paziente strumenti o materiali chirurgici, lesionare nervi o arrecare, per esempio, un danno a organi sani o tessuti adiacenti al sito del cancro. L’anestesista può, invece, commettere errori nella somministrazione e/o gestione dell’anestesia.
Per quanto concerne l’indennizzo, vi rimando al precedente approfondimento sul risarcimento danni errore medico intervento chirurgico.
Prima di proseguire, desidero però precisare, in qualità di avvocato esperto in malasanità, che tra gli errori nella chirurgia oncologica figura anche l’omessa informazione sul follow up.
È stata, infatti, ritenuta legittima la condanna del medico (Cassazione civile Sez. III, sentenza n. 13509 del 29/04/2022) al risarcimento del danno, per perdita di chance di sopravvivenza del paziente, in ragione dell’omessa informazione sulla necessità di eseguire, oltre i dieci anni dall’intervento chirurgico per melanoma, il follow up previsto dalle linee guida della comunità scientifica.
In tema di responsabilità sanitaria, l’attività dovuta dal chirurgo non si esaurisce quindi con l’intervento chirurgico, ma si estende, in relazione al correlato interesse per la tutela della salute del paziente, alle informazioni relative al doveroso follow up previsto dai protocolli.
Esempi pratici di errori chirurgici in oncologia e relative conseguenze
Vediamo ora, in breve, alcuni esempi pratici di errori chirurgici in oncologia.
- Lesioni a organi, nervi o vasi sanguigni con conseguenti complicazioni, riduzione della qualità di vita del paziente e possibili emorragie.
- Errore nella quadrectomia per il trattamento del cancro alla mammella.
- Sutura dei tessuti con risultato estetico deludente.
- Rimozione del seno al posto della quadrectomia per mancati accertamenti o qualora il chirurgo abbia agito per negligenza, imperizia o imprudenza.
- Interventi incompleti che hanno comportato nuove operazioni chirurgiche.
- Interventi troppo demolitivi rispetto alla diagnosi.
Le conseguenze degli errori chirurgici in oncologia possono essere anche gravi e di vasta portata.
- Interruzione del percorso pianificato per il trattamento del cancro con conseguenti ritardi o perdita d’efficacia del protocollo.
- Nuovi interventi chirurgici atti a correggere l’errore iniziale.
- Insorgenza di sindromi dolorose croniche con ripercussioni sulla qualità di vita del paziente.
- Trauma psicologico.
- Disabilità permanente.
- Morte del paziente.
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Sono Roberta Scarpellini, avvocato malasanità, e posso aiutarti a far valere i tuoi diritti su tutto il territorio nazionale.
Perché scegliere uno studio legale specializzato in malasanità oncologica?
Per affrontare un caso di malasanità oncologica, sono essenziali comprovata esperienza in malpractice medica, conoscenza approfondita del sistema sanitario e delle normative vigenti, empatia e carica umana.
Non serve un legale generalista, ma un avvocato esperto in malasanità che abbia trattato casi simili e sia in grado di fornire assistenza legale e supporto emotivo al paziente e alla sua famiglia.
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