Studio Legale Scarpellini

Risarcimento per malasanità al pronto soccorso

Andare al pronto soccorso significa trovarsi in un momento delicato e quando qualcosa non va come dovrebbe, a causa di una diagnosi errata, un intervento tardivo o una sottovalutazione dei sintomi, l’impatto può essere devastante, non solo fisicamente, ma anche emotivamente e psicologicamente.

Se sei stato vittima al pronto soccorso, sappi che puoi chiedere un risarcimento danni per malasanità.

Sono Roberta Scarpellini, avvocato esperto in responsabilità medica a Milano, e da anni mi batto al fianco di pazienti e famiglie affinchè i loro diritti siano riconosciuti e tutelati.

Malasanità al pronto soccorso: cos’è e quali diritti ha il paziente?

La malasanità al pronto soccorso si verifica quando un paziente subisce un danno per errori medici, negligenze o cattiva gestione durante il trattamento in questa area.

Secondo la Carta dei Diritti del Malato, i diritti fondamentali di un paziente al pronto soccorso possono essere così riassunti.

  • Diritto alla competenza: diritto a ricevere assistenza sanitaria da personale qualificato e adeguatamente formato per l’emergenza-urgenza.
  • Diritto alla tempestività: diritto a rimanere in pronto soccorso il tempo minimo indispensabile e comunque non oltre le sei ore necessarie per la stabilizzazione e il sollecito trasferimento in una sistemazione idonea.
  • Diritto all’informazione: diritto a essere informato su tempi di attesa, procedure in corso e proprie condizioni di salute.

Errori più comuni dei medici e danni risarcibili al pronto soccorso

L’errore medico al pronto soccorso si verifica più spesso durante il triage, ma anche per mancato riconoscimento di infarto o ictus, errata diagnosi e intervento non tempestivo con peggioramento del quadro clinico del paziente.

In un’ottica più generale, non si possono comunque escludere errori medici  quando i sanitari leggono in maniera errata i risultati degli accertamenti diagnostici oppure interpretano male i sintomi, li sottovalutano o non prescrivono ulteriori esami che avrebbero confermato la necessità di un intervento urgente sul paziente.

L’errore medico commesso in pronto soccorso, sia in fase diagnostica che terapeutica, può comportare un peggioramento delle condizioni dell’individuo con conseguente e probabile diritto al risarcimento.

Affinchè tale diritto possa essere esercitato, devono essere soddisfatti i seguenti presupposti.

  • Il paziente deve aver riportato un danno (peggioramento della salute).
  • Deve essere presente un nesso causale tra il dannoriportato e la condotta medica.
  • L’operatore sanitario o la struttura non possono provare di aver adempiuto in modo corretto all’obbligazione sanitaria.

Errore medico al pronto soccorso: i danni risarcibili

Se sei stato vittima di un errore medico al pronto soccorso e hai riportato una lesione permanente, puoi avere diritto al risarcimento dei seguenti danni.

  • Danno alla salute: l’importo è direttamente proporzionale al punteggio di invalidità permanente, associato dal medico legale alla lesione subita dal paziente, e inversamente proporzionale alla sua età. Tradotto in parole più semplici, la cifra liquidata è maggiore per lesioni gravi in giovane età.
  • Danno economico per diminuzione della capacità di produrre reddito: si tratta della perdita della capacità di produrre reddito da parte del paziente. L’importo del danno è pari alla diminuzione reddituale subita dalla persona a seguito della lesione riportata.
  • Danno economico per spese mediche future: racchiude le spese che la parte lesa è costretta a sostenere per terapie o interventi riparatori.
  • Danno esistenziale: è il danno, stabilito dal giudice in via equitativa, derivante dalla compromissione della vita di relazione del paziente a seguito della lesione riportata.
  • Danno morale: è il danno derivante dal dolore provato dal paziente in conseguenza della lesione subita.

Risarcimento per malasanità al pronto soccorso: dalla raccolta delle prove all’azione legale

Al fine di dimostrare un errore medico al pronto soccorso, è fondamentale conservare tutta la documentazione medica, inclusi referti, cartelle cliniche e qualsiasi altra informazione sull’accaduto.

Successivamente, è consigliabile rivolgersi a un legale esperto in malasanità, come l’Avvocato Roberta Scarpellini a Milano, per una prima consulenza preliminare e gratuita.

Questo passaggio è fondamentale non solo per studiare il caso e valutare se ci siano i presupposti per avviare un’azione legale, ma anche per evitare di intraprendere percorsi inutilmente costosi, sia dal punto di vista economico che psicologico.

L’Avvocato Roberta Scarpellini si impegna a fornire un parere altamente professionale, onesto e responsabile, frutto di anni di esperienza nel campo della malpractice medica, con l’obiettivo di tutelare isuoi clienti da battaglie legali prive di reali possibilità di successo.

Il procedimento legale in caso di malasanità al pronto soccorso

Al fine di inoltrare una richiesta di risarcimento danni per malpractice medica al pronto soccorso, è necessario accertare come prima cosa l’errore medico con una consulenza medico-legale.

Se in sede di perizia l’errore medico viene confermato, si può procedere alla trasmissione di una diffida, utile anche per interrompere i termini di prescrizione.

L’avvocato invia, dunque, richiesta formale di risarcimento danni alla controparte al fine di raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti risolvendo la questione in tempi più brevi senza ricorso al tribunale.

Se la richiesta viene accettata, si procede alla liquidazione del danno.

In caso di mancato raggiungimento di un accordo, si può tentare la strada della mediazione sanitaria.

Un mediatore neutrale facilita il dialogo tra il danneggiato e la controparte al fine di raggiungere un accordo senza la necessità di un giudizio.

Anche in mediazione, è indispensabile la presenza dell’avvocato per garantire che i diritti del danneggiato siano tutelati e la richiesta di risarcimento sia gestita in modo corretto.

Se non si arriva a un accordo tra le parti, la parte lesa può intentare una causa  che, pur richiedendo un maggiore investimento di tempo e denaro, rappresenta talvolta l’unica strada percorribile per dar voce ai propri diritti.

Recarsi al pronto soccorso significa essere in un momento di fragilità in cui ti affidi completamente a chi dovrebbe aiutarti.

E proprio per questo, un errore medico in tale contesto può avere conseguenze ancora più profonde sul piano fisico, emotivo e psicologico.

Se hai vissuto un’esperienza simile, sappi che non sei solo.  

Hai diritto a risposte, tutela e giustizia.

Sono Roberta Scarpellini, avvocato esperto in malasanità a Milano, e posso aiutarti a far valere i tuoi diritti.

Tempi e prescrizione per la richiesta di risarcimento

Nei casi di malasanità, pronto soccorso compreso, è essenziale rispettare i tempi entro i quali è possibile far valere i propri diritti.

L’azione legale, finalizzata al risarcimento danni per malpractice medica, può essere intentata nei confronti del medico, ma anche della struttura nella quale la prestazione è stata erogata.

L’art. 7 della legge Gelli–Bianco distingue esplicitamente queste due forme di responsabilità con alcune conseguenze in materia di termini di prescrizione e onere della prova.

La struttura sanitaria, pubblica o privata, è chiamata a rispondere delle condotte dolose o colpose dei professionisti che vi esercitano (art. 1218 e 1228 del Codice civile). La responsabilità è contrattuale, il termine di prescrizione è fissato in anni 10 e spetta alla struttura l’onere di dimostrare l’inevitabilità dei danni riportati dal paziente.

Se l’azione legale viene rivolta direttamente nei confronti del medico (o altro operatore sanitario), la responsabilità è di natura extra-contrattuale, i tempi di prescrizione si riducono ad anni 5 (art. 2043 del Codice civile) ed è compito del paziente dimostrare il nesso causale tra la condotta e l’evento dannoso e la colpa del sanitario intervenuto.

Se l’errore medico ha, invece, condotto al decesso del paziente, è necessario fare una distinzione per i termini di prescrizione delle richieste risarcitorie avanzate dai congiunti del de cuius.

  • Anni 10 a partire dal decesso del paziente per i danni patiti dalla vittima e trasmissibili agli eredi.
  • Anni 5 a partire dal decesso del paziente per i danni patiti dai congiunti per la perdita del rapporto parentale.

Per maggiori informazioni, ti invito a leggere il mio approfondimento sul risarcimento danni per morte malasanità.

Restano, ora, da definirsi i termini di decorrenza della prescrizione. In base all’articolo 2935 del Codice civile, la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere.

Ciò premesso, è doverosa una precisazione. Le conseguenze di un errore medico possono manifestarsi sul paziente nell’immediato, ma anche in tempi più o meno lunghi (in alcuni casi particolari anche a distanza di mesi e persino di anni).

A fronte di ciò, si può giungere all’assunto secondo il quale il giorno dal quale decorre il termine di prescrizione coincide con il momento in cui il paziente prende coscienza e consapevolezza del danno riportato in conseguenza di un errore medico.

Immagine di Avv. Roberta Scarpellini

Avv. Roberta Scarpellini

L'Avvocato Roberta Scarpellini è specializzata nella negoziazione stragiudiziale e giudiziale per garantire il giusto risarcimento alle vittime di incidenti stradali con lesioni gravi, gravissime e mortali. È anche Presidente dell'Associazione NEVRA, che si focalizza sul riconoscimento medico-legale del danno neuropatico. Lo studio legale Scarpellini offre assistenza completa, dalla valutazione dei danni alla trattativa per il risarcimento, assicurando un'approfondita tutela legale e giuridica per i suoi assistiti.

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