Studio Legale Scarpellini

In Caso di Incidente Stradale Mortale: chi viene risarcito?

Secondo l’orientamento ormai prevalente, in caso di incidente stradale mortale hanno diritto a chiedere il risarcimento del danno subito coloro che avevano un solido e duraturo legame affettivo con la vittima, quali coniuge, figli, genitori, fratelli e sorelle e, in alcuni casi, anche i nonni.

Nel calcolo del risarcimento del danno per incidente stradale mortale va, quindi, valutato il rapporto intercorrente con la vittima. Si tratta di un’operazione delicata che necessita di specifiche competenze legali. Il rischio per i parenti della vittima è quello di non vedersi riconosciuto il giusto risarcimento. L’avvocato Roberta Scarpellini e il suo studio legale si occupano da anni di risarcimento dei danni da incidenti stradali mortali o che hanno provocato lesioni gravi e gravissime e sono in grado di tutelare i propri assistiti sia nei rapporti con le compagnie di assicurazione, sia  in tutti i gradi di giudizio. Oltre ad essere un’esperta in materia di incidenti stradali mortali, l’avvocato Scarpellini ha anche fondato l’Associazione NEVRA per il riconoscimento del danno neuropatico, di cui è Presidente.

Un tuo congiunto è stato vittima di un incidente stradale?

Incidente stradale mortale: chi può chiedere i danni?

In caso di incidente stradale mortale, i congiunti hanno diritto a richiedere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali iure hereditas e iure proprio. Nel primo caso, si intende la possibilità di subentrare nel diritto al risarcimento dei danni patiti dal danneggiato in seguito al decesso, da parte dei prossimi congiunti, ovvero il coniuge – anche convivente -, genitori, figli, fratelli o in mancanza di questi, degli altri congiunti, secondo l’ordine individuato negli artt. 565 ss. c.c. titolo II del Codice civile (“Delle successioni legittime”). Quando il risarcimento è richiesto dai congiunti prossimi, in genere la giurisprudenza non esige alcun tipo di prova sull’esistenza del pregiudizio, in quanto l’esistenza di uno stretto legame di parentela è di per sé sufficiente per presumere che la perdita di un caro possa aver determinato una grande sofferenza.

Nel secondo caso, si fa riferimento a tutti quei danni “riflessi”, quali sofferenze e patemi, che non si sono prodotti direttamente sulla vittima del sinistro, bensì sulla sfera giuridica di una serie di soggetti a lui vicini, che sono considerati vittime secondarie.

Perizia in caso di incidente mortale

Dopo un incidente stradale mortale, l’autorità giudiziaria dispone l’autopsia per ricostruire la dinamica dell’incidente e stabilire il legame tra il decesso e l’incidente. La famiglia della vittima ha la facoltà di nominare un medico legale di fiducia affinché assista all’autopsia. Insieme alla perizia del medico-legale, vengono disposte le perizie cinematiche o modali, attraverso la Consulenza tecnica d’Ufficio (CTU) con l’obiettivo di ricostruire la dinamica dell’incidente stradale per assegnare le responsabilità del sinistro. Per i familiari è indispensabile farsi seguire da un legale esperto in queste delicatissime fasi in cui vengono eseguiti tutta una serie di esami irripetibili.

Bisogna, inoltre, ricordare che come conseguenza dell’incidente stradale mortale scatta d’ufficio l’accusa per chi l’ha causato di omicidio stradale, una fattispecie delittuosa autonoma rispetto al reato di omicidio colposo, introdotta dalla legge n. 41 del 23 marzo 2016 al fine di inasprire il trattamento sanzionatorio nei confronti di coloro che, in violazione delle norme sulla circolazione stradale, cagionino per colpa la morte altrui.

Scadenza e tempistiche per richiesta risarcimento danno

In caso di incidente stradale mortale è stabilita una prescrizione più lunga, rispetto al comune sinistro stradale, che coincide con quella prevista per il reato commesso. Se il responsabile dell’incidente mortale viene condannato per “omicidio stradale”, la prescrizione seguirà il termine previsto per l’omicidio colposo di dieci anni, estendibile fino a quindici se sono presenti aggravanti.

Liquidazione danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale

In generale per la liquidazione del danno, si tiene conto dei criteri orientativi elaborati dalla giurisprudenza, in particolare delle tabelle dei Tribunali di Roma e Milano che considerano parametri consistenti in valori monetari standardizzati, in modo da consentire una liquidazione oggettiva del danno. Per la liquidazione del danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale la tabella attualmente utilizzata è quella del Tribunale di Roma.

Liquidazione del risarcimento danni per la morte del figlio

Fino al 2021, le Tabelle di Milano prevedevano una forbice da 168.250 euro a 336.500 euro per la liquidazione del danno. Nel 2022 le Tabelle hanno adottato un “valore punto” di 3.365 euro, ottenuto dividendo per 100 il valore massimo delle Tabelle del 2021. 

È possibile attribuire un massimo di 118 punti, entro una soglia massima di 336.500 euro, a meno che il giudice non ravvisi la sussistenza di circostanze eccezionali.

Nel riconoscimento dei punti bisogna tener conto: dell’età della vittima primaria (massimo 28 punti); età della vittima secondaria (massimo 28 punti); convivenza (massimo 16 punti se le due vittime convivevano, 8 punti nel caso in cui pur non essendo conviventi, abitavano nello stesso edificio o condominio); della sopravvivenza di altri congiunti (fino a 16 punti); della qualità e intensità della relazione affettiva (fino a 30 punti). 

Il totale monetario da liquidare si ottiene sommando i punti attribuiti al caso concreto e moltiplicandoli per il valore punto.

Liquidazione in caso di perdita di fratello o nipote

Per la perdita di un fratello o di un nipote, le Tabelle del 2021 prevedevano una forbice da 24.350 euro a 146.120 euro. Le Tabelle del 2022 stabiliscono, invece, un “valore punto” di 1.461,20 euro. È possibile attribuire fino ad un totale di 116 punti, entro una soglia massima di 116.120 euro.

Il parametro e): qualità e intensità della relazione affettiva

Il parametro della quantità ed intensità affettiva e l’ultimo dei cinque parametri per calcolare i punti ed è quello che consente di attribuire il punteggio più alto (fino a 30).

Questo criterio considera sia la sofferenza interiore, sia lo sconvolgimento della vita della vittima secondaria. Inoltre, per l’attribuzione dei punti occorre considerare: l’intensità delle frequentazioni e dei contatti; la condivisione di feste, vacanze, lavoro, hobby o sport; l’assistenza sanitaria o domestica; l’intensità e la durata della malattia della vittima primaria e le conseguenze sulla sofferenza della vittima secondaria. Per fare un esempio, nel caso di perdita di un genitore da parte di un bambino piccolo, si presume un’intensa relazione affettiva che è data dalla convivenza e dalla condivisione di tutte le attività quotidiane, nonché dalla dipendenza della vittima secondaria, in questo caso il bambino, da quella primaria, il genitore defunto. In un caso come questo, l’attribuzione dei punti previsti per questo quinto parametro sarà la più alta.

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Avv. Roberta Scarpellini

L'Avvocato Roberta Scarpellini è specializzata nella negoziazione stragiudiziale e giudiziale per garantire il giusto risarcimento alle vittime di incidenti stradali con lesioni gravi, gravissime e mortali. È anche Presidente dell'Associazione NEVRA, che si focalizza sul riconoscimento medico-legale del danno neuropatico. Lo studio legale Scarpellini offre assistenza completa, dalla valutazione dei danni alla trattativa per il risarcimento, assicurando un'approfondita tutela legale e giuridica per i suoi assistiti.

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